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Cerveteri e Pyrgi

Uno Slow Tour storico e archeologico nel Lazio

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Anche questa volta vi propongo un itinerario che, più che turistico, è storico. Un viaggio molto vicino, che parte da Santa Severa, cioè in pratica dai dintorni di Roma, e da un monumento molto celebrato ed evidente, per scoprire però soprattutto “cosa c’è sotto”, cioè in pratica “cosa c’era prima”.

Sono nel tratto della costa tirrenica fra Civitavecchia e Roma, e in particolare fra Ladispoli e Santa Marinella. Un golfo naturale riparato dai venti. In antichità è stato un porto degli Etruschi. Un luogo che sembra fatto apposta per la navigazione. Arrivo in bicicletta al castello di Santa Severa. La notizia è che dopo anni è stato restaurato e riaperto. Il Castello è imponente, e si staglia sull’antico insediamento che fu prima etrusco, poi romano, a riprova che questo luogo non è mai stato del tutto abbandonato, vista la sua importanza strategica. Bellissimo: si può fare il giro del castello da sotto! Vorrei avere un deltaplano o un elicottero per vedere il castello dall’alto!

Ma si possono fare molte scoperte anche dal basso… Il castello è stato costruito nell’XI secolo, appunto dove sorgeva l’antico porto etrusco di Pyrgi e sopra il castrum romano. E io sono qui per approfondire questo aspetto. Le antiche mura girano tutte attorno e si perdono in mare, per continuare a vederle bisognerebbe andare sulla spiaggia e immergersi con maschera e pinne…

Castello di Santa Severa

Castello di Santa Severa, Immagine di Flickr user Claudio di Ludovico 

L’antica Pyrgi

La civiltà si è diffusa sostanzialmente per mare. L’archeologo Flavio Enei del Museo della navigazione di Pyrgi ribadisce una cosa che si rischia di non considerare: andare per mare era più semplice, perché il mare è uguale ovunque. Inoltre andare via terra implica un certo tempo, mentre se il vento è buono per mare si fa molto prima. Immergendosi da queste parti si trovano vasi, resti di mura e pozzi a pochi metri sott’acqua, a riprova che la costa all’epoca etrusca era molto più spostata verso il largo e il porto coi suoi moli era grandissimo. Immaginiamo quanti commerci venivano svolti qui, sul mar Tirreno, navigando per mare e poi lungo i fiumi. La città etrusca era molto più ampia dell’attuale, era un porto dedicato all’accoglienza. Bisogna andare a vedere gli scavi, è importantissimo.

Archeologi e studenti dell’Università la Sapienza di Roma stanno ancora scavando l’abitato per far tornare in vita l’antica Pyrgi“Cosa stai facendo?” chiedo ad uno studente. “Stiamo prendendo dei punti con cui poi ci agganciamo nella maglia generale per rilevare le varie U.S. che scaviamo”. Un po’ criptico, difficile da spiegare! U.S. significa unità stratigrafica, è un metodo per definire l’età di un reperto in base appunto agli strati di scavo. Assistere al ritrovamento di reperti archeologici è emozionante. Un po’ di soggezione ce l’abbiamo quando troviamo queste cose, sono oggetti che gli Etruschi utilizzavano quotidianamente. L’area sulla quale sto camminando probabilmente è un abitato che serviva come collegamento e servizio ai templi. Sono state trovate delle basi di colonne, una parte di strada.

Il sito di Ossa

Qui cosa c’è, un antico etrusco? C’è un’area coperta interamente di ossa, ma sono di animali, mangiati e sacrificati, legati all’area sacra. Sono con la dottoressa Maria Paola Baglione che sovrintende gli scavi, che vanno avanti da anni e hanno riportato alla luce il santuario di Pyrgi. È l’unico santuario etrusco scavato di cui le fonti antiche greche e latine abbiano mai parlato. Fu costruito nel VII secolo a.C., dedicato alla Dea Uni. Il tempio viene ricordato per un evento tragico dell’epoca: una scorreria del noto tiranno Dionigi il Vecchio di Siracusa che fece un attacco notturno a sorpresa al santuario di Pyrgi, trafugando un bottino che le fonti tramandano come favoloso. Forse qui aveva sede il tesoro pubblico, l’erario. Il tempio era il luogo sacro, ma anche “la banca”!

Nel 460 a.C. si costruisce un secondo tempio più grande del primo, dedicato a un’altra Dea, Leucotea. Il tempio era decorato di statue in cotto completamente colorate: il grande quadro frontale raccontava il momento finale del mito dei 7 contro Tebe. Nel mito Capaneo sfida Zeus scalando le mura di Tebe, e non solo uccide, ma vuole mangiare la testa di un nemico. Sulla parte sinistra di questo riquadro si vede Atena che tiene tra le mani l’ampolla col liquido dell’immortalità. Ma Atena non vuole dare l’immortalità a un uomo che dimostra tanta ferocia! L’ammonimento è che non si possono sfidare né le leggi degli Dei, né le leggi degli uomini. Gli Etruschi erano saggi, più di noi…

Rilievo etrusco in terracotta raffigurante scene del mito dei Sette contro Tebe

Rilievo etrusco in terracotta raffigurante scene del mito dei Sette contro Tebe, Immagine di by Flickr user Carole Raddato

Un mare diviso

Al castello di Santa Severa c’è anche il Museo archeologico dell’antica Pyrgi. Entro dal retro e scopro un magazzino pieno di roba, c’è di tutto, anni e anni di scavi, frutto del lavoro degli studenti che si sono avvicendati. Prendo tra le mani una antefissa, una tegola di terracotta che stava alla fine del coppo, sulla testata delle travi dei Templi. Ce n’erano tantissime, doveva essere colorata di rosso o di nero. Meravigliosa… Dalla porta posteriore entro appunto nel museo, dove si possono vedere le statue e i bassorilievi trovati negli scavi di Pyrgi. Qui l’antica etrusca Pyrgi si svela a noi con l’immagine di Leucotea, una principessa tebana che si era gettata in mare, approdando proprio qui. E con l’immagine di Eracle che l’accoglie sulle spiagge del Lazio.

Ad accogliermi sulle mura dell’antica Pyrgi trovo Valentino Nizzo, che mi illustra il sito. Ci incontriamo qui nell’area naturale e archeologica di Pyrgi, una meraviglia! Questo luogo riassumeva le ambizione degli Etruschi della zona: il dominio sul mare al quale avevano dato il nome, e i due santuari importantissimi dell’epoca, dove sono state trovate le straordinarie lamine d’oro di Pyrgi in etrusco e in fenicio, che provano l’esistenza di un trattato firmato tra Eturschi e Fenici alleati contro i Focei, che avevano cercato di stabilire il loro dominio sul Mar Tirreno. C’è stata la grandissima battaglia di Alalia ricordata da Erodoto, uno scontro fra Greci Focei da una parte, Cartaginesi e Etruschi alleati dall’altra. Vincono questi ultimi e dopo la vittoria il Mar Tirreno viene diviso fra i vincitori in due sfere di influenza: gli Etruschi dominano la zona nord, proiettata verso il centro Europa, e i Cartaginesi la zona dalla Sardegna e Corsica alle Baleari. In questo viaggio io vorrei capire meglio il meccanismo di questa battaglia e le cause e le conseguenze di questa guerra, che è stata importantissima all’epoca. Vorrei colmare una lacuna dei nostri libri di storia. In seguito infatti il mare dominato dagli Etruschi diventerà romano e solo dopo la vittoria dei Romani sui Cartaginesi diventerà Mare Nostrum, stabilendo l’indiscussa potenza romana. E da qui in poi è storia nota…

Lamine d'oro di Pyrgi

Lamine d’oro di Pyrgi

Un ringraziamento speciale alla Regione Lazio – Agenzia Regionale del Turismo per le riprese aeree del Castello di Santa Severa

Immagine di copertina di Flickr User MCAD Library

Visita il sito ufficiale del Museo e della Necropoli di Cerveteri

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