Un trekking naturalistico (e gastronomico!) in Alpago
I Cimbri del Cansiglio
Una minoranza etnica italiana dalla forte identità
Durante il mio viaggio in Alpago ho conosciuto Franco. Di Franco devo ricordare anche il cognome – Azzalini – perché lo definisce come facente parte della Comunità dei Cimbri. I Cimbri dell’Alpago sono qualche decina, ma sono molto fieri della propria identità, e si paragonano ai Ladini in quanto hanno una storia e una lingua da salvaguardare.
Le loro origini sono antiche: venivano prima dall’est, poi si sono spostati in nord Europa e quindi sono scesi in Italia. Mario (il romano, quello di Mario-e-Silla) li ha sconfitti nella Pianura Padana, e loro si sono spostati verso il nord-est. Qui in Cansiglio sono arrivati perché chiamati dalla Repubblica Serenissima di Venezia. E subito i Pagotti (cioè gli abitanti autoctoni dell’Alpago) li hanno odiati, perché mentre a loro la foresta era vietata, i Cimbri potevano viverci. Il motivo era semplice: i Cimbri erano (e sono) artigiani formidabili, lavoravano il legno, curavano il bosco, producevano il carbone (anche fino a 50 anni fa). E i Veneziani avevano appunto bisogno di legname, di manufatti, di energia.
Oggi visitare il Museo Etnografico a Pian Osteria, nel Villaggio di Vallorch, è comunque molto interessante: ci sono ancora dei remi da galera, lunghissimi, come quelli usati nella battaglia di Lepanto, e sembra incredibile che soli tre rematori riuscissero a muoverli. Soprattutto al Museo ci sono i risultati di un lavoro stimolante fatto attorno alla lingua dei Cimbri, un misto di anglosassone latinizzato.
Patrizio Roversi
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