Un tempio della conoscenza lungo il Cammino di San Benedetto
Valle Santa del Lazio: il Santuario di Fonte Colombo
Un trekking spirituale nel luogo in cui San Francesco scrisse la sua regola
Lungo la strada per Fonte Colombo ho incontrato uno strano pellegrino, Massimo, un trekkinista-viaggiatore alla ricerca di una spiritualità ecumenica. Massimo scrive per una rivista americana e farà un reportage su questo cammino. Insieme saliamo dal bosco per il sentiero che porta a Fonte Colombo. Qui Francesco meditò digiunando per 40 giorni per poter scrivere la Regola. 40 giorni, proprio come Gesù Cristo nel deserto! E la Regola ha 12 punti, come i 12 apostoli e le 12 costellazioni… Con Massimo riflettiamo su quanto i numeri e i simboli ritornino sempre identici, per conservare un senso del sacro!
A Fonte Colombo ci sono una chiesa e un convento, dove ci attende Frate Marino, un sacerdote ma fondamentalmente un francescano. Non resisto e gli chiedo quando e come ha avuto la sua vocazione. Mi risponde che è successo nel momento in cui si è chiesto che senso avesse la vita… Ce lo chiediamo tutti spesso, in effetti! La risposta che lui si è dato è quella ispirata da Francesco, che non voleva cambiare il mondo o le persone, solo sé stesso! «Si comincia sempre da lì – mi dice Fra Marino – la prima rivoluzione ho dovuto farla dentro di me».
Questo è un luogo fondamentale nella vita di Francesco: arriva qui solo 3 anni prima di morire, quando ha già compiuto la sua esperienza di cammino interiore e ha già elaborato una proposta di vita fraterna, assieme ai primi compagni. Qui ha messo per iscritto l’ultima regola, la terza, quella che finalmente la Chiesa riconoscerà come autentica e che darà inizio al Francescanesimo. Certo la Regola Francescana non è stata facile da scrivere per Francesco, non era portato a scrivere regole e forse non voleva proprio farlo. Lui pensava che l’unica regola fosse il vivere seguendo la vita di Gesù! Per questo la Regola Francescana in 12 capitoletti è molto semplice ed è tutta qui: osservare il Santo Vangelo di nostro signore Gesù Cristo vivendo senza nulla di proprio, in castità e in obbedienza. Se tutti facessero veramente così che tipo di mondo sarebbe, mi chiedo? «Un mondo straordinario! – mi dice padre Marino – e noi ci stiamo provando, con tanti limiti e tante fragilità». Una specie di decrescita felice, come si augurano molti ecologisti, mi viene da pensare.
Mentre parliamo eccoci arrivati alla cappella di Santa Maria, il luogo più significativo del Santuario di Fonte Colombo. Questa piccola costruzione che risale al tempo di San Francesco era l’unico luogo dove poteva ripararsi dalle intemperie e pregare. Un luogo che conserva oggi alcuni affreschi molto significativi che la sovrintendenza aiuta a riportare alla luce con un restauro. C’è una Maddalena discinta interamente coperta dai suoi stessi capelli accompagnata dagli angioletti. Si capisce che è Maddalena perché è una donna dalla capigliatura esagerata, lunga fino ai piedi, con un vasetto di olio di nardo in mano. Fa riferimento al testo evangelico che dice: “Quella donna bagnò con le sue lacrime i piedi di Gesù e glieli asciugò con i capelli, dopo aver spezzato un vasetto di olio profumato”. Anche il Cristo Benedicente c’era già nell’antichità. La dimostrazione che San Francesco è stato qui è anche nel segno che lasciava in molti luoghi del suo passaggio: il famoso Tau Francescano. Francesco faceva questo segno in tutti i tuguri che abitava coi compagni o dove si fermava a passare la notte.
A proposito di tuguri, andiamo a vedere anche la grotta dove trascorse 40 giorni da eremita! Come spesso succede anche questo è un posto molto panoramico. Francesco si rintanava in questi anfratti che sembrano uteri della terra, luoghi da eremiti per i quali l’isolamento dal mondo era necessario per ricongiungersi al sacro. Leggendo la Regola trovo un capitolo che è un messaggio per noi: oltre a povertà, castità e obbedienza, si parla di come i frati debbano andare per il mondo! Quindi andiamo per il mondo anche noi!
Syusy Blady
Grazie a Visit Lazio, Il Cammino di Francesco e al MiBACT
La foto di copertina è dell’utente Flickr Christopher John SSF