Una leggenda su una principessa triste per un posto che ha colpito anche Goethe
Breve guida ai Musei Vaticani
Vieni con uno scopo: che dire della Cappella Sistina?
Per me-Syusy i Musei Vaticani rappresentano da sempre il luogo per eccellenza in cui si conservano (e nello stesso tempo si celano) i Misteri più segreti della nostra storia: e infatti c’ero stata, alla ricerca di mappe, documenti, testimonianze che potrebbero svelare più di una contraddizione storica. Ma questa è un’altra storia, e ve la racconto nel mio libro Misteri per Caso. Stavolta vogliamo raccontarvi di una giornata passata a Roma, finalmente, da turisti. Una giornata dedicata a grattare almeno uno spicchio della superficie dell’immagine di Roma, per vedere qualcosa di più.
Sul sito www.museivaticani.va ha trovato il modo di prenotare la visita. Nel suo caso ha prenotato attraverso l’Opera Romana Pellegrinaggi, che con 26 euro ti offre la visita ai Musei, la visita a San Giovanni e anche l’audio guida. Che in effetti funziona bene: in ognuna delle sale, accanto a quasi ogni pezzo, c’è un numero di riferimento. Digitandolo sulla audio-guida si ha una spiegazione, magari molto basica, ma utile. Utile ad orientarsi tra secoli, stili, nomi: centinaia di date e dati che ti si affollano nella mente, di fronte ad una quantità enorme di tesori d’arte.
I Musei Vaticani sono un’abbuffata di bellezza, un Varietà Storico infinito. Sembra Disneyland, solo che qui è tutto vero. Sarà l’effetto-barocco, ma ti senti subito sazio, conquistato, riempito di bellezza. Quindi l’audio-guida, alla fine, è una buona bussola, il pretesto per qualche ripassino utile. Ma cominciamo dall’inizio…
Come trattare con i Musei Vaticani
All’ingresso, grazie alla prenotazione, abbiamo evitato la fila. Siamo arrivati dritti al metal detector: sembra quasi di essere in un aeroporto, e in effetti si sta per partire per un viaggio lungo e impegnativo.
Ma la prima sensazione è quella di annullamento: non sei più una individualità, si entra a far parte di un grande Organismo Turistico, un flusso unico e solido che ti trascina. Non sei più tu, sei una molecola di un Tutto-umano più esteso, che si muove in modo omogeneo, che parla tutte le lingue del mondo, e ha tutti i colori del mondo. Le nazionalità delle comitive le indovini da lontano: se la guida inalbera una bandierina vera e propria sono giapponesi, se alza un ombrellino sono anglosassoni, se agita una camicia o uno straccio, forse vengono dall’est. Ma non c’è disordine, non c’è conflitto: tutto procede, e tu procedi con tutti.
E’ bello ogni tanto togliersi l’audioguida dall’orecchio e ascoltare brandelli di spiegazione in coreano o in australiano. E vedere come vedono le cose gli altri: alcuni a bocca aperta, altri un po’ annoiati. E’ il mondo intero che si ripassa la propria storia o, meglio, la storia dell’Occidente. E ben presto il tuo sguardo, la tua attenzione, la tua concentrazione vanno “in stand by”, cioè in riserva. E’ come quando metti la quinta in autostrada, per consumare meno. Infatti ci sono tante e tali cose, che non puoi “vederle” tutte, meglio socchiudere gli occhi e sfuocare la realtà, facendosi abbagliare solo da alcune cose. Lasciare che siano gli oggetti a “chiamarti”, ad attirare la tua attenzione, a svegliarti dal torpore un po’ ebete in cui tutto questo ben di Dio ti porta.
Tanti musei
Si sale lungo la moderna scala di Giuseppe Momo, che in effetti è simile a quella del Moma, inteso come il Museo di New York. Lungo la scala io-Patrizio mi sono goduto dei bellissimi modellini di navi antiche, che confermano la teoria di Syusy, secondo cui i Papi di navigazione (e quindi di mappe ed esplorazioni) se ne intendevano.
Poi inizia il percorso vero e proprio. E uno capisce perché non si parla di Museo Vaticano, ma di Musei. Infatti i Musei sono tanti. In teoria ognuno di essi merita una visita. Il primo è il Museo Egizio. Poi però ci si trova di fronte ad una possibile biforcazione del percorso: si può deviare per il Cortile della Pigna, che poi porta alla Galleria Chiaramonti e al Braccio Nuovo. Oppure si prosegue, per il Museo Clementino e quindi per il Museo Etrusco.
Io-Patrizio non ricordo esattamente dove, ma mi hanno emozionato moltissimo i cilindri di terracotta con incise le iscrizioni dei Sumeri: chissà perché hanno colpito la mia fantasia. Forse perché io-Syusy te ne ho parlato spesso: la tradizione sumera detiene i segreti della storia più antica, possiede le chiavi di antichissimi e misteriosi saperi.
Ma non c’è tempo per fermarsi: dopo la Galleria dei Candelabri c’è quella degli Arazzi, e poi finalmente quella delle carte geografiche. Non sono le antiche mappe che io-Syusy ero venuta a suo tempo a cercare, ma intere pareti ornate da carte geografiche, complete e precise. Stavolta ho notato un affresco di Ignazio e Antonio Danti, che raffigura appunto Colombo che è guidato verso l’America da Poseidone in persona: che sia un indizio, una conferma che Colombo è stato portato in America da una volontà superiore?? Io-Patrizio invece ho notato che c’era anche la mappa di Bologna, e c’era anche casa nostra, persino la nostra viuzza medioevale. Fa impressione: allora è vero che Dio ti vede, e che in Vaticano c’è tutta la sapienza di questo e di quell’altro mondo…
La Cappella Sistina
Ogni tanto c’è uno shop, un negozio. Ogni tanto c’è un sedile dove riposare le gambe che sembrano piombo. Ma arrivati alla Galleria PioV bisogna scegliere: o si va verso le Stanze di Raffaello, che poi porterebbero all’Appartamento dei Borgia, oppure si piega verso la Cappella Sistina. Ovviamente abbiamo scelto la seconda ipotesi.
Nei Musei Vaticani si può fotografare tutto quello che si vuole, meno la Cappella Sistina. E naturalmente pochi fotografano le varie sale, ma tutti fotografano la Cappella Sistina. Il motivo è che i flaches possono rovinarla. Con i moderni telefonini o macchine digitali ormai il flaches non scatta quasi più, ma la Cappella Sistina viceversa è tutto un saettar di flaches… Tra l’altro del tutto inutili: le dimensioni della Cappella sono davvero considerevoli, quindi nessuna foto fatta con un macchinetta col grandangolo potrà raccontarti le immagini di questo meraviglioso fumettone sacro. A proposito di dimensioni: quelle della Sistina sono identiche a quelle del Tempio di Salomone a Gerusalemme…
Io-Syusy ho pensato che in fondo Michelangelo è stato prima di tutto un grande innovatore religioso, a modo suo quasi blasfemo: è stato lui infatti a dare una immagine umana a Dio. Lui lo ha “raccontato”, lui ha popolato il nostro immaginario mistico di immagini concrete. Ha tracciato una particolarità specifica del Cattolicesimo, nei confronti delle altre grandi religioni monoteiste rivelate, che non tollerano l’immagine di Dio.
Io-Patrizio ho pensato che vedere la Cappella Sistina è come vedere New York: l’hai già vista, in TV o sulle cartoline o nelle foto o nelle illustrazioni, ma ad un certo punto la vedi davvero dal vivo ed è emozionante. Poi però ho comprato un manifesto con tutte le figure, e me le sono ripassate con calma…
Preparati alla tua prossima visita
Tra un Museo e l’altro, ogni tanto si apre una finestra sui Giardini Vaticani, o una terrazza. Ed è una meraviglia, finalmente uno alza la testa, e si rende conto del contesto. Ogni tanto un cortile, dove tra le altre cose ti capita di vedere magari la statua di Laocoonte di Polidoro, un capolavoro di più di 2.000 anni fa.
Zoe, nostra figlia, era stata in gita ai Musei Vaticani con la scuola, pochi mesi prima. Ma è come se li vedesse per la prima volta. Infatti non si può dire “li ho visti”. Una visita al massimo può catturare alcune cose, un vago sapore d’insieme, non di più. Con una visita si può dare una occhiata alla forma dei Musei Vaticani, non al contenuto. Che è troppo. Tanto che il consiglio non è – banalmente – quello di tornarci una seconda o una terza volta. Probabilmente sarebbe saggio andare ai Musei Vaticani con uno scopo preciso e circoscritto. Bisognerebbe andarci a colpo sicuro, per vedere questo o quello in specifico, per approfondire un aspetto.
Infatti i Musei Vaticani sono quanto di più “generalista” ci possa essere, e in questo senso una visita generica è una sorta di superficiale bagno-di-storia (ci sono 70.000 pezzi esposti, e altri 50.000 conservati nei magazzini, se uno dovesse dedicare anche solo un minuto a pezzo, impiegherebbe a visitare seriamente tutto quasi 15 anni!). Così come grandi musei tipo il Louvre, le raccolte vaticane danno il meglio di sé al visitatore che sa quel che vuole vedere. Il paragone col Louvre non è casuale: il numero dei visitatori è simile, attorno ai 5 milioni all’anno!
Immagine di Flickr User Renate Flynn