Seguiamo Michela in un itinerario enoturistico nella zona di Benevento
Sannio, fra natura e sport
Sannio Experience Tour, giorno 2
di Michela Di Lascio
Grazie all’opportunità concessa da Italiaslowtour e il Consorzio Vini del Sannio, sono partita alla scoperta di un luogo incantato, il Sannio.
Questo è il racconto del primo giorno di tour.
Il giorno seguente, scegliendo dal programma proposto dall’agenzia di viaggi Rotolando Verso Sud, ho deciso di provare qualcosa di diverso: il trekking fluviale lungo il letto del fiume Titerno. Insieme a Riccardo Margheri di Acquabuona, aspettiamo l’auto che ci porta a fare un giro a Cusano Mutri (a meno di 50 km da Benevento), uno tra i paesi più affascinanti della zona e poco distante dalle Forre. Al bar della piazza facciamo una seconda colazione. Si respira un’atmosfera familiare in cui tutti ci salutano come fossimo del posto. Lì conosciamo il signor Sergio, ex paracadutista e papà di Mario Prece, titolare dell’agenzia di Matese Escursioni e nostra guida speciale di oggi.
Arrivata l’ora prestabilita, ci dirigiamo al luogo di partenza per l’escursione alle Forre del Lavello, situate nel parco regionale del Matese.
La parola “forra” indica una profonda gola con pareti verticali e ravvicinate, attraverso la quale scorre un corso d’acqua. Questi luoghi si sono formati nel corso di milioni di anni grazie all’incessante lavoro della natura. Confesso di essere un po’ ansiosa. Indosso l’attrezzatura necessaria: muta integrale, casco, imbragatura, scarpe da trekking. Iniziamo la discesa e raggiungiamo un ponte che, anziché attraversare, utilizziamo come punto di riferimento. Ci dirigiamo verso il fiume e ci immergiamo, facendo un piccolo salto da una roccia liscia che non è stata erosa dal fiume, ma dall’azione dell’uomo. Mario era uno tra quei bambini che tanti anni fa veniva qui con gli amici per fare il bagno e a tuffarsi. Questo mi fa sentire al sicuro, non perché anche i bambini (notoriamente incoscienti) venivano qui, ma perché lui conosce questo luogo come le sue tasche e, come scoprirò in seguito, se ne prende cura.
Forre Lavello Forre Lavello Forre Lavello
Camminiamo letteralmente nel fiume, prendendo confidenza con il passo, nuotando e lasciandoci trasportare dalla corrente. La natura circostante ci avvolge con la sua incantevole bellezza. Qui si respira anche tanta storia: attraversiamo, sempre passando sotto di esso, il ponte del Mulino di origine sannitica, costituito da enormi conci, blocchi di pietra tenuti assieme senza l’utilizzo di chiave di volta. Un mese fa, una violenta tempesta ha abbattuto molti alberi che sono rimasti sul ponte. Mario e altri volontari della zona si sono impegnati a liberare il ponte e il fiume da questi tronchi. Ora è quasi completamente libero e la vita si rigenera con nuovi rami sugli alberi tagliati.
Arriviamo all’ultima parte delle Forre, la più silenziosa e suggestiva. Il percorso qui sembra una grotta perché le pareti sovrastanti si avvicinano quasi a toccarsi e hanno un colore azzurro turchese, dato dal riflesso intenso dell’acqua. In questo luogo meraviglioso, sono avvolta dalla natura e perdo la percezione del tempo. C’è un piccolo scoiattolo che nuota annaspando. La guida lo raccoglie senza toccarlo, lo fa approdare sul suo zaino e lo fa navigare con noi per un po’, poi lo riavvicina a una parete e lui torna sulla sua strada. Anche noi ci avviciniamo all’altro ponte da cui risaliamo, un po’ storditi e poco desiderosi di tornare alla normalità del tempo.
Abbiamo il tempo di una buona pausa. L’eclettico bar ristorante La Palata in via dei Bersaglieri a Cusano, (dove la sera suonano musica alternativa) ospita lo chef Dino Masella che ha preparato per noi un picnic speciale, con una forma di pane al cui interno si trovano assaggi di: Parmigiana, peperone imbottito (ricetta tipica del beneventano), fiordilatte con i porcini, fagiolini e patate, “acquasale” le zucchine infornate e fritte, con zucchero e limone, il tutto accompagnato con vino locale. Il mio preferito è stato l’Aglianico del Taburno Rosato Mà Rosa Bio, della casa Nifo Sarrapochiello, le cui etichette richiamano la storia passata di questo territorio e questa in particolare riporta il disegno di una statua votiva dal santuario dedicato alla Mater Matuta (dea della fertitità e della maternità).
Pic Nic la Palata La Palata, chef Dino Masella Pic Nic
Con tutto il resto del gruppo nel pomeriggio ci dirigiamo verso il maneggio di Cavalcando il Matese (Contrada Battitelle, Cusano Mutri) per un emozionante giro a cavallo lungo e attraverso le sponde del fiume Titerno. Sono molto felice di essere stata “abbinata” a Biondina, la più docile e la più paziente tra tutti i cavalli; scopro inoltre che è lei che viene scelta per i corsi di neofiti dell’equitazione e per i corsi dedicati a bambini e adulti affetti da autismo. È stato un vero piacere scoprire l’anima sportiva di questa terra, dove le possibilità sono infinite: dalle emozionanti escursioni a cavallo e fluviali, fino al trekking classico e alle avventure invernali tra le nevi, praticando lo sci.
Cavalcando con il Matese Sant’Agata Dei Goti Sant’Agata Dei Goti
Dismessi gli abiti sportivi, raggiungiamo Sant’Agata dei Goti (a metà strada tra Caserta e Benevento), la cui parte antica è di fondazione romana ed è situata su una rocca di tufo. Nella dimora storica del XVI secolo risiedono le cantine Mustilli, 300 mq scavate nel tufo che arrivano a profondità di 16 metri e nelle quali si mantiene una temperatura costante di circa 12 °C. Qui nel 1979 nasce la pregiata Falanghina. Annachiara, una delle figlie del fondatore, ci accompagna in una visita alle cantine e nella degustazione di vini di alta qualità. Intravedo le nipoti all’entrata e immagino che anche loro saranno un giorno portatrici della passione e dell’arte vinicola di famiglia.
Sant’Agata Dei Goti Sant’Agata Dei Goti Cena da Agape burro al lime
Non lontano dalla dimora Mustilli ci fermiamo a cena al ristorante Agape, dei fratelli Gabriele e Gianna Piscitelli (rispettivamente chef e sommelier) dove ci aspetta una cena preparata con tecniche innovative. Sapori con consistenze insolite, cotture di bassa gradazione e vapori si intrecciano in una sinfonia moderna.
Ecco il menù
- Aperitivo contemporaneo / Principe Lotario – Fontanavecchia;
- Bufala Campana DOP dal cuore di tartare di gamberi imperiali, con gelatina di funghi e composta di pomodorini gialli / Jenn’emois – Fattoria Ciabrelli;
- Bottoncino alla genovese con aria di pecorino /Kissos – Cantine Tora;
- Baccalà in crosta di riso soffiato con zucchine al limone /Niè – Cantine Iannella;
- Predessert e Piccola Pasticceria