Un tempio della conoscenza lungo il Cammino di San Benedetto
Valle Santa del Lazio: il Santuario di Santa Maria della Foresta
Dove si incontrano i cammini di San Francesco e San Benedetto
Gente che va per il mondo sono anche quelli del CAI (il Club Alpino Italiano). Li incontro sul piazzale della chiesa e decidiamo di fare assieme il tragitto fino al Santuario della Foresta, sul versante opposto della montagna. Siamo a 480 metri sul livello del mare, la quota perfetta! Poco distante c’è un bivio con una fontana dove comincia il Cammino di San Benedetto. Noi però continuiamo il cammino di San Francesco per raggiungere Santa Maria della Foresta: un luogo bellissimo, un giardino! Anzi un orto perfettamente coltivato e una vigna di uva nera e bianca.
Non a caso qui San Francesco fece proprio il miracolo dell’uva… chissà se la famosa vite del miracolo era uva Sagrantina? C’è un collegamento tra il famoso e buonissimo vino Sagrantino e San Francesco. Si chiama così perché è un vino sacro e veniva usato per la messa; si dice fosse arrivato proprio con Francesco che lo portò ai compagni di ritorno dal Medioriente. Sarebbe il vitigno originario, quello biblico, quello che piantò Noè alla discesa dall’Arca e del cui vino si ubriacò tanto che i figli lo trovarono molto brillo!
Qui comunque ci fu di un “miracolo culinario” da parte di San Francesco molto simile a un miracolo che aveva fatto anche Gesù: questa bellissima vigna un anno aveva generato pochissimi grappoli d’uva, quell’anno non avrebbe dato tutto il raccolto e il vino che era solita dare. Francesco disse di raccogliere lo stesso i pochi grappoli che rimanevano, torchiandoli e producendo comunque il poco vino che ne sarebbe uscito… Così fecero e in realtà il vino fu tantissimo e di ottima qualità, sembra! Quest’anno di nuovo la produzione è scarsissima, che coincidenza. Sembra a causa di una gelata tardiva che ha bruciato tutte le gemme, ma San Francesco non c’è… Peccato!
Ma c’è un bellissimo orto gestito da una comunità che si chiama Mondo X. Me lo racconta Emar, membro di questa comunità, dedita a coltivare per l’autoconsumo e l’autosufficienza. Le verdure sono tutte organizzate al millimetro, una roba geometrica, pensata così anche per ordinare la vita degli ortolani della comunità… una specie di esercizio spirituale, per ritrovare la famosa X, perché, come mi dice Emar: «Il mondo siamo tutti noi e la X è l’incognita che c’è in ognuno di noi». Ma la X o la croce è anche l’incrocio dei cammini, un simbolo costante che troviamo anche in questa valle al centro d’Italia. Anche questa è una X, ma positiva: un’incognita che è anche una possibilità. In questo luogo meraviglioso, davvero un paradiso terrestre, vengono anche ospitati i pellegrini di passaggio… quindi potrei dormirci anch’io?! Mi potrei fermare.
Non mi resta che godere della pace di questo posto, tra chiostri e chiesette di epoca medievale, come quella di San Fabiano, dove San Francesco ha pregato. Naturalmente, come in ogni posto dove poi è sorto un convento, a Sant’Anna della Foresta ch’è anche una grotta dove San Francesco passò del tempo in preghiera. Me lo immagino così, in meditazione. Questa grotta era come un ventre materno, il posto più accogliente che si possa trovare! E questo cammino, che mi riporterà a Rieti, è una strada in uno dei luoghi più significativi d’Italia, che ci insegna anche a seguire l’esempio di San Francesco e a meditare, nei suoi luoghi, su di lui.
Syusy Blady
Grazie a Visit Lazio, Il Cammino di San Benedetto e al MiBACT