Alla scoperta della "città dell'amore", dall'Arena alla casa di Giulietta
Slow Tour a Verona
Un itinerario di Patrizio e Syusy nel cuore della città scaligera
C’è sempre un punto di osservazione privilegiato per fare la conoscenza con una città. Il “punto di vista” storico e geografico di Verona si coglie dal Piazzale di Castel San Pietro, sopra al Teatro Romano. Qui è stato fondato il primo nucleo pre-romano della città: siamo in alto e la zona si presta alle fortificazioni, dall’antichità e anche più recentemente, dal Neolitico fino agli Austriaci. La fondazione di Verona si deve comunque ai Galli e ai Veneti – lo dicono Polibio e Plinio, ma me lo ha ripetuto anche il mio amico Luigi Pellini, che ci ha scritto sopra un libro.
Poi sono arrivati i Romani, che non erano ancora poeti-santi-navigatori come noi ma che in compenso erano ottimi geometri-bonificatori-costruttori: dall’alto (proprio come noi adesso) si accorgono che l’Adige forma un’ansa perfetta, ai piedi del Monte di San Pietro, in pratica una difesa naturale, un “muro di cinta fatto di acqua”. Bonificano la pianura, rialzano di sette metri la zona e fondano la città Romana, tutta bella geometrica. Verona diventa (sempre per la sua posizione geografica) un nodo importantissimo di comunicazione, l’intersecazione della Via Gallica e della Via Postumia, come dire dei collegamenti est-ovest e nord-sud. (E del resto ancora oggi qui si incrocia la strada che viene dal Brennero e va a Bologna-Firenze-Roma e quella che da Torino passa per Milano e arriva a Venezia e Trieste).
E da allora la città si sviluppa in modo tanto armonioso e regolare che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità proprio la sua struttura urbanistica. E se la si guarda appunto dal Monte di San Pietro si capisce il perché…
Tutta la storia in una piazza
La guida turistica Sara Parisi mi conduce in Piazza delle Erbe, dove con un solo sguardo si può abbracciare tutta la storia della città.
Sotto ai piedi ci sono le lastre del vecchio Foro Romano. Se si alza lo sguardo si vede la Torre dei Lamberti: la base risale circa al 1.000-1.100, cioè documenta la storia del Libero Comune. Ma poi – salendo – la Torre è stata completata e rimaneggiata fino al 1.450, cioè abbraccia tutto il periodo delle Signorie fino al Rinascimento. E siamo all’epoca degli Scaligeri: di fronte alla Torre dei Lamberti c’è la Torre del Gardello, fatta appunto dai Signori di Verona. Che, con Cansignore della Scala, hanno messo assieme anche la Fontana che sta al centro della Piazza, fatta con resti romani e altre sculture più recenti, come ad esempio la raffigurazione di Madonna Verona (che non è una bestemmia, è una statua che rappresenta la città).
A proposito: quando poi la città è entrata in crisi ha dovuto chiedere aiuto a Venezia, che se n’è approfittata: lo si capisce dalla colonna con sopra il Leone di San Marco che domina tutto, con una certa prepotenza architettonica. Poco più in là si torna al Medioevo, rappresentato da una sorta di edicola, con un anello di ferro. Dicono che fosse il collare della gogna, invece era l’unità di misura delle fascine di legna e di cereali. E infatti nelle pareti dell’edicola e nella sua base sono scolpite le altre unità di lunghezza valide a Verona, nonché la misura dei mattoni e delle tegole. Attorno, allora come oggi, c’è appunto il Mercato. Una volta si vendeva la frutta. Anche oggi si vende la frutta, però è già pelata/tagliata/frullata, pronta per essere venduta al turista assetato: potere della domanda e dell’offerta.
Di lato, se alzate lo sguardo, ci sono delle magnifiche case cinquecentesche tutte affrescate (Verona era detta nel ‘500 urbs picta, città dipinta), le Case Mazzanti, che furono i magazzini degli Scaligeri, e che forse dovrebbero chiamarsi “ammazzanti”, perchè ci hanno assassinato tra gli altri Mastino I della Scala. In fondo alla Piazza ci sono delle case alte e strette: era il vecchio ghetto, aperto e liberato da Napoleone. La statua che si vede lì davanti è dello scrittore Alberto Barbarani, poeta dialettale veronese, amico del romano Trilussa e del bolognese Testoni: si deve anche a lui se questo pezzo di città è stato conservato.
L’ultima curiosità è la costola di balena appesa sotto al voltone che porta in Piazza dei Signori, il simbolo della Corporazione degli Speziali & Farmacisti.
Storia delle tombe scaligere
Recita il detto: “Vicentini magnagati, Veronesi tuti mati, Padovani gran dottori…”. Eppure i Veronesi potrebbero a loro volta fregiarsi anche del “titolo” di “magnagati” e anche di “grandottori”. E lo si capisce visitando la Piazza dei Signori e le famose Arche Scaligere. Nella Piazza c’è una bella statua dedicata a Girolamo Fracastoro, che era appunto un gran-dottore del cinquecento, passato alla storia soprattutto per aver scritto un poema intitolato De Morbo Gallico (il Mal Francese), in cui era protagonista il pastore Sifilius: in pratica ha diagnosticato e tentato di curare la Sifilide, inventandone il nome. Adesso sta lì, con una palla in mano. Pare che se per caso dovesse passarci sotto un uomo onesto, la palla di marmo gli cadrebbe sulla testa. Ma per ora, in questi ultimi 500 anni, non è mai successo…
Poi, più avanti, ecco le celeberrime e bellissime Arche, in gran spolvero super-gotico. Siamo in pieno Trecento e le Arche sono i monumenti funebri ai maggiori esponenti della famiglia Scaligera. Ma è questo il punto: si chiamano Cangrande, Mastino e Cansignorio! Con tutti questi cani era logico immaginare i Veronesi come un popolo di mangia-gatti! Sara mi dà un’altra spiegazione: allora un best seller era il Milione di Marco Polo, che celebrava il Gran Khan come simbolo di potere. E quindi – pare – gli Scaligeri, che dovevano essere dei modaioli incalliti, hanno scelto questi nomi per significare la loro nobiltà. O forse per significare la loro fedeltà (propria del cane) all’Imperatore…
Dopodiché imbocchiamo Via Sottoriva, una bella strada piena (ieri e oggi) di Osterie. Da lì all’Adige la strada è breve: dalla balaustra si vede il Ponte di Pietra, fatto fare dai Romani e più in alto c’è… Castel San Pietro, da cui eravamo partiti! Il giro (uno dei tanti giri possibili) di Verona è compiuto. Anche se mancano almeno altri due punti irrinunciabili….
Immagine di Jose Gonzalez (Flickr user Jsh_Madrid)
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