Il sontuoso palazzo e il mito della sirena Partenope che da il nome alla città
Un weekend in Valle d’Aosta al Rifugio Grauson
La montagna per tutti, camminando fra le nuvole
[ri-fù-gio] s.m. (pl. -gi)
1 Aiuto, difesa contro pericoli di natura materiale o spirituale
2 Luogo che offre protezione SIN riparo: | r. alpino (o assol. r.), costruzione che ospita gli alpinisti.
3 Persona, ambiente, attività a cui si ricorre per avere protezione o sollievo.
Questa è la definizione del termine ‘’rifugio’’ , che più comunemente troverete nel vostro dizionario.
Oggi vi racconto il rifugio alpino che è la somma dei punti 1, 2 e 3 e molto altro!
La montagna è per tutti
La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano riposo nella quiete come per chi cerca nella fatica un riposo ancora più forte. Così esprimeva Guido Rey, concentrando in poche parole la potenza delle sensazioni che riceveva dall’ambiente montano e, come a questo punto avrete compreso, state per intraprendere attraverso le mie parole questa esperienza. Dove? In Valle d’Aosta! Salirete con me attraverso la Valle di Cogne, una delle più conosciute ai più poiché è posta al cospetto del Gran Paradiso e del suo Parco Nazionale e Cogne, il suo centro abitato più famoso, si sviluppa sulla prateria di S’Orso, che consente a tutti passeggiate e in inverno di praticare lo sci di fondo.
Molto caratteristico il centro storico di Cogne, dove ancora si praticano attività artigianali come il famoso “tombolo”, il merletto di Cogne. Poco distante dal centro, nel villaggio minerario, si trova il centro visitatori, dedicato ai rapporti tra l’uomo e l’ambiente. Ogni due anni, alla fine dell’estate, si svolge il festival del film naturalistico “Stambecco d’oro” Si possono ammirare anche le splendide fioriere che decorano le strutture ricettive, gli orti che danno ingredienti freschi per le cucine degli hotel – bellissimo quello del Bellevue – i costumi tradizionali indossati dallo staff del hotel Sant’Orso, tutto è curato e accessibile a tutti…
Un itinerario sul Vallone del Grauson
La valle geograficamente si sviluppa in diversi valloni laterali e la nostra “salita” ci porta al Vallone del Grauson che inizia all’altezza di Cogne e si sviluppa prima in direzione nord-ovest e poi ovest. È contornato dalla Punta Garin, Punta Grauson e dalla Punta Tersiva. Luogo meraviglioso e raggiungibile esclusivamente a piedi. Perché qui? Perché qui è nato il Nuovo Rifugio Grauson dall’idea e sogno di Francesca e Stefano di condividere questo vallone con chi desidera un’esperienza immersiva e unica nella natura. Il cammino verrà ricompensato dall’accoglienza. E loro amanti della natura e assertori di un turismo sostenibile hanno offerto ai vincitori della cinquina della Tombola dell’Ambiente organizzata da Columbus Assicurazioni con Patrizio e Syusy, Italia slow tour e Velisti per caso, un weekend in rifugio.
Quindi non salgo sola, mi accompagnano Luisa, Tullio e i loro due figlioli: Giulio (il Vincitore!), Leonardo e Cinzia. Cinzia è una giovane gattina che Giulio porterà a spalle fin su… Per loro è la prima esperienza di questo genere. Eccoli… siamo alla partenza dalla frazione Gimilan di Cogne seguiremo le indicazioni per il sentiero n. 8 e 87A da qui. La partenza si può raggiungere da Cogne centro grazie alla navetta bus gratuita. La Valle d’Aosta per agevolare gli utenti in questo periodi di post Covid, fornisce all’utenza i servizi bus regionali in forma gratuita fino al 31 dicembre 2021. Quindi se voleste intraprendere l’escursione potreste arrivare ad Aosta e prendere il bus per Cogne gratuitamente, ad esempio.
Tornando a noi i bambini sono eccitati all’idea dell’avventura e si parte… Certo, la prima salita un po’ li destabilizza, arrivano dalla città e l’idea di camminare senza usare mezzi come auto o bus facendo fatica (ma solo un po’…) subito pare frenarli… ma poi…. Oh! Il torrente! Guarda l’acqua come è trasparente… e le cavallette e le farfalle… fanno dimenticare tutto. Il rifugio si trova a 2510 mt di quota e quindi percorriamo circa 700 mt di dislivello, circa 2 ore 30 di camminata che intercala momenti di salita a tratti piani. Quindi fattibile… il rifugio non è solo punto di arrivo, ma anche di partenza verso altre mete poiché crocevia di numerosi sentieri escursionistici.
Grande emozione al raggiungimento dei 2000 mt, Giulio porta orgogliosamente la Gattina e Leo si è armato di un ramo di abete a mo’ di bastone da esploratore. Alziamo gli occhi ad ammirare un’aquila che volteggia su in alto, qui sono tornate con falchi e gipeti a nidificare. I bimbi esultano. Giungiamo poi alla croce del Grauson di sotto (foto della conquista naturalmente!), dove Tullio, Luisa e i bimbi restano stupiti dal piccolo gruppo di case, dalla piana che si apre e dall’acqua che scende in torrentelli e poi… fischiano! Ma chi sarà? Senti, di nuovo! Eccole: le marmotte appena sopra le casette, ma il meglio li aspetta un po’ più su.
L’arrivo al Rifugio Grauson
Dopo circa 30 minuti si apre un vallone ampio che mostra tutte le Punte. Lassù in pieno sole sull’alpeggio ancora in parte verde e fiorito (arriva l‘autunno…) ecco il rifugio! Un’ultima breve salita tra l’erba e arriviamo all’ingresso dove troviamo ad accoglierci Francesca. I bambini sono stanchi, ma felici e dopo aver mostrato loro la stanza dove dormiranno attendiamo la cena. Il rifugio è confortevole e semplice, legno ovunque, letti comodi, docce calde.
Rispetto delle norme di distanziamento anche qui, ma questo non intacca la calda rilassante atmosfera, la terrazza naturale esterna invita a vedere le stelle… ma prima ci si rifocilla.
La cena in rifugio è un momento speciale, chi vi è giunto condivide un pasto che è uguale per ogni commensale, oltre ai racconti dei sentieri percorsi. Il cibo è momento di recupero di energie e calore: arriva una scodella di zuppa, in questo caso di lenticchie, che scalda stomaco e cuore. Segue poi la polenta con le carni per dare sostanza. Tutti prodotti genuini, farine non raffinate, verdure fresche. Qui domani, prima di partire, assaggeremo anche alcune specialità come la Teté de Vache, un insaccato particolare, il salame di barbabietola, prosciutto Jambon de Bosses crudo e Jambon cotto alla brace, fontina, formaggio di capra e toma con le erbe e naturalmente il caffè rigorosamente fatto con la caffettiera. La famigliola apprezza e gode del tramonto sulle montagne e della chitarra di Gabriele che allieta dolcemente le chiacchiere, mentre si sorseggia un bicchierino di genepy e Stefano ne racconta la raccolta delle erbe, lassù dove la terra lascia il posto alla nuda roccia e la produzione. Offre loro anche i ramoscelli odorosi della piantine di erbe, mentre Francesca racconta agli stupiti ospiti che questo è un “vero rifugio”: in periodo invernale, se chiuso, ha una porta aperta per il viandante che infreddolito si trovasse qui, che quindi troverà riparo dal freddo e dalla notte con legna e necessario alla sopravvivenza. Niente tv, solo calore umano e quiete. Tutti a nanna domani si sale ai primi due laghi e Tullio vuole vedere l’alba.
Un’escursione dentro le nuvole
Alle 7:20 del mattino il sole inizia ad apparire seppur attorniato da nubi, ma lo spettacolo è appagante. Qui infatti il paesaggio cambia costantemente con il variare della luce e delle condizioni atmosferiche, si fa colazione e via ai laghi. I bambini sono rapiti dalle nuvole che mai hanno visto così vicine e prometto loro che ci cammineremo dentro. Così è… poco prima di giungere al Lago Coronas camminiamo dentro una nuvola e poi per miracolo, ecco che le nuvole grazie al vento scompaiono e il sole ci mostra il lago! I bimbi e gli adulti sono felici di questa conquista…
Salutando a voce alta lassù in cresta due giovani amici trovati in rifugio e saliti più in alto di noi, i bimbi scoprono l’eco restituito dalla conca del lago! È bellissimo sentire Giulio dire: “questo è sapore di libertà”. Hanno percepito il valore dell’esperienza e ora che stiamo per salutare il rifugio non vorrebbero scendere, ma dopo una seconda colazione siamo sulla via del ritorno dopo aver salutato Francesca e Stefano. Tullio e Leonardo non sono felici, vogliono restare e chiedono: “Possiamo tornare? È stata la più bella vacanza!”. Scendiamo a valle e anche Tullio e Luisa si soffermano. La discesa offre una visuale differente del panorama, gli occhi non sono mai sazi.
I laghi della Valle di Cogne Arrivo alla croce di Grauson Italia Slow Tour in vetta
Scesi a Gimillan ci salutiamo, loro torneranno a casa a Roma e io parto per altri sentieri, ma prima chiedo loro qualche impressione che vi riporto qui, fedelmente:
«“Una camminata indimenticabile”. Il 22 dicembre del 2019 la Dea Fortuna ci ha baciato con una cinquina inaspettata, che ci ha accompagnato a Cogne in Val d’Aosta, fin sul Vallone del Grauson, all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un paradiso terrestre a tutti gli effetti; un’esperienza sensoriale ricca di odori inebrianti del ginepro, della genziana e dei lamponi. Le farfalle multicolore sono state le nostre compagne di viaggio che hanno danzato al suono vibrante dello zillare delle cavallette dalle ali rosse. E poi lo scrosciare delle cascate e le fresche e limpidissime acque dei torrenti che ci hanno dissetato fino alla destinazione ultima: il Rifugio Grauson, dove abbiamo percepito il calore e l’accoglienza della padrona di casa e della sua numerosa famiglia che ci ha messo subito a nostro agio con una ottima cena valdostana e un comodo alloggio riservato. Un’esperienza sicuramente da consigliare e che ci siamo ripromessi di rivivere non appena possibile. Con l’occasione ci teniamo a ringraziare Gianfranco, Giuliana e Francesca per l’opportunità concessa.»
Giuliana Milanesi